NADIA, UNA DONNA STRAORDINARIA quinto episodio di Davidmuscolo Ero ancora in ginocchio, ai bordi della stradicciola e di lato alla porta d'ingresso " Buongiorno signora Nadia" sussurrai con un filo di voce. Lei non rispose, oltrepassandomi come se fossi invisibile, mentre invece Michele mi saluto' cordialmente ed io contraccambiai, senza pero' togliermi da quella posizione. L'uomo apri' la porta della villetta e fece entrare la sua splendida moglie, seguendola dopo qualche attimo. E adesso cosa avrei mai dovuto fare? Guardavo la porta d'ingresso, rimasta ancora aperta, nella speranza che qualcuno mi dicesse come comportarmi, ma non ebbi il coraggio di muovermi. Dopo qualche minuto torno' Michele. Notai che le sue ferite al volto, come le mie del resto, si erano quasi rimarginate, segno che non doveva essere stato picchiato nel corso di quei giorni " Aspetta qui' e non muoverti. La nostra padrona e' andata a cambiarsi e, siccome non ha dato ordini in proposito, ti conviene restare cosi' ed attendere" " Ma come mai non mi ha fatto entrare insieme a voi come ha fatto la scorsa settimana" replicai. Michele mi guardo' sorridendo. Aveva uno strano modo di comportarsi con me, quasi come se volesse sempre sottolineare la sua totale sottomissione, al contrario invece di me, non tanto nei miei comportamenti che erano assolutamente subordinati ai voleri della signora Nadia per la paura che nutrivo nei suoi confronti, quanto a cio' che pensavo in proposito e che gli avevo confidato fin dai primi momenti. Praticamente, la differenza tra me e lui era che io obbedivo alla signora Nadia per paura, mentre lui lo faceva soprattutto in quanto aveva messo su un piedistallo quella donna e ne accettava tutte le conseguenze. Se poi anche lui nutriva lo stesso mio terrore, era tutto da verificare. Intanto, la sua risposta mise subito in chiaro cio' che ci avrebbe aspettato " La settimana scorsa avevi bisogno di un po' di tempo per abituarti alla situazione. Non credo che stavolta la signora Nadia attendera' tutto quel tempo" Oh mio Dio. Cosa aveva in mente quella donna? Dovetti attendere solo pochi minuti, fino a quando la sua figura si staglio' maestosa davanti alla porta. Dio mio che splendore! Indossava una catsuit, ovvero una tuta, di lattice nero che andava a terminare dentro un paio di stivali rossi col tacco chilometrico che le avevo gia' visto indosso la settimana scorsa. Deglutii nervosamente. Lei mi punto' il suo dito indice e lo mosse ritmicamente per farmi cenno di alzarmi ed io le obbedii andando di fronte a lei che mi prese per la nuca e poi mi spinse con violenza dentro la casa " Dentro!" disse semplicemente mentre io volavo letteralmente per diversi metri, spinto da quella sua mano dotata di forza disumana, terminando per inerzia a terra, ma per mia fortuna senza conseguenze " Tutti e due nudi" ci ordino'. Solo allora notai Michele che si trovava nel salone, mentre io e la signora Nadia ci trovavamo invece nel grosso ingresso attiguo a quella che era appunto la stanza principale della casa, quella in cui avevamo trascorso la maggior parte delle ore e compiuto la maggior parte delle nostre azioni, compresi il pranzo e la cena, il sesso e purtroppo comprese anche le ripetute violenze alle quali la signora Nadia ci aveva costretti. Mi spogliai rapidamente mettendo in mostra la mia erezione dovuta alla visione di quella che ai miei occhi poteva senz'altro considerarsi la donna piu' bella del pianeta vestita nel modo piu' eccitante che ci fosse e naturalmente anche al suo modo di fare dominante. Lei non se lo aspettava e si sciolse in un sorriso splendido venendo di fronte a me e alzandomi il mento con un dito. Un altro dei suoi gesti dominanti. Ebbi paura, come al solito quando lei si trovava cosi' vicino a me, ma m'inebriai anche della sua bellezza, del suo profumo, della sua essenza di donna dominante. Perche' non era anche piu' misericordiosa nei nostri confronti? E perche' non sorrideva piu' spesso? Quanto le donava quel sorriso! La faceva sembrare piu' giovane, pur con il trucco pesante che aveva messo agli occhi e con quel rossetto rosso delineato dalla matita nera. E questo mi faceva pensare che potesse essere qualche anno piu' giovane dei trent'anni che dimostrava. Ma non potevo permettermi di pensare a quello che sarebbe potuto essere e che non era. Lei era di fronte a me ed il mio cuore palpitava per la paura e per l'emozione, ma appena parlo' mi tranquillizzai " Ma guardalo il signorino! Gia' in tiro eh! Bene! Avrai un premio per questo. Avevo deciso di passare subito all'azione, ma almeno per il momento ho intenzione di risparmiarti" Entro' nel salone dove nel frattempo Michele aveva anch'egli terminato di spogliarsi " E tu perche' non ce l'hai dritto? Mi trovi per caso meno bella e desiderabile di quanto non mi trovi lui?" " Oh no padrona" rispose l'uomo balbettando "Lei lo sa che per me lei e' una dea, la donna piu' bella dell'universo" Mi avvicinai per imprimermi bene nella memoria quella scena che era stupefacente. Era la sublimazione dell'idea di dominazione che mi ero sempre fatta, con la donna vestita con quegli abiti che le donavano un aspetto straordinario che avanzava spavalda e sicura di se stessa e l'uomo che indietreggiava, nudo ed impaurito al suo cospetto. Stavo col fiato in gola ad attendere gli eventi. Lo spazio era ormai terminato e la signora Nadia era di fronte a suo marito. Marito!!! Si poteva chiamare marito uno schiavo come si poteva senz'altro definire Michele? Perche' mi venivano in mente domande alle quali era impossibile dare una risposta? Qualunque cosa fosse Michele per quella donna, era un brutto momento per lui. Avevo imparato che a nulla valevano le suppliche. Quando lei decideva di punirci, di farci assaggiare la sua potenza e la sua bravura, non c'era nulla che noi potevamo fare per evitare una buona dose di percosse e Michele era ormai su quella strada. Si era completamente raggomitolato, forse una reazione istintiva di fronte allo strapotere fisico di sua moglie, ma sapevo ormai perfettamente che qualunque difesa era inutile contro di lei. La signora Nadia afferro' le braccia di Michele togliendole da quella posizione di difesa e poi, avendo ormai la visuale libera, gli mollo' uno schiaffo dalle dimensioni epiche che si infranse sulla guancia dell'uomo con tale violenza che tutte le ferite che si trovavano su quella parte del viso e che erano in via di guarigione si riaprirono. Lo afferro' poi per il collo facendolo alzare da terra dove era nel frattempo precipitato e poi non ebbe pieta' colpendolo per tre volte con dei pugni terrificanti al volto. Michele era di nuovo a terra e di nuovo Nadia lo rialzo', avvolgendo il suo braccio destro intorno al collo dell'uomo e alzandolo per qualche centimetro da terra. Dio mio che spettacolo. Terrificante ed eccitante allo stesso tempo. Per qualche secondo Michele cerco' di divincolarsi afferrando quel braccio che, contemporaneamente, lo sollevava da terra e gli stringeva il collo, poi le forze dovettero venirgli meno in quanto giro' gli occhi e poi li chiuse. La stupenda donna vestita di lattice osservo' la reazione del marito e quando vide la sua testa afflosciarsi lascio' la presa. L'uomo cadde come un fantoccio in terra, senza potersi rialzare. Oh mio Dio! Tutto questo soltanto perche' lui non aveva avuto una reazione erotica al suo cospetto. Stavolta credetti che Michele fosse morto, con il collo spezzato. Corsi da lui in preda al terrore e all'angoscia e mi chinai sul suo corpo, sospirando e rilassandomi quando mi resi conto che Michele respirava normalmente e che quindi era semplicemente svenuto. Ma era stata un'ulteriore dimostrazione di cio' che lei era in grado di fare e se le era servito per incutermi ancor piu' paura, dovetti ammettere che era riuscita pienamente nel suo intento. Lei mi fece cenno di avvicinarmi ed io, con il cuore in subbuglio ed il mio pene sempre piu' eretto, mi avvicinai a lei. Potevo pensare qualsiasi cosa di quella donna, che fosse sadica e senza pieta', che fosse una pazza esaltata che si approfittava di cio' che il buon Dio le aveva donato in abbondanza, ovvero la sua bellezza e la sua forza, ma il mio cazzo reagiva in modo autonomo, eccitandosi ad ogni gesto che lei faceva e ad ogni parola che lei diceva. Mi guardo' sorridendo sfrontatamente e mi prese per un braccio " Cominci a capire cosa significa veramente essere sottomesso ad una donna come me?" " Si signora Nadia" risposi mentre il braccio iniziava a farmi male a causa della sua stretta, pregando il Signore di non essere costretto a subire le stesse cose che aveva subito Michele " Hai la piu' pallida idea di cosa potrei farvi se voi doveste farmi arrabbiare veramente? O pensi ancora che sia un gioco nel quale soddisfare le tue tendenze?" prosegui'. Scossi la testa ma non riuscivo a parlare. Continuava a stringermi il braccio ed il dolore si propagava per tutto il corpo e soprattutto al cervello, senza riuscire a farmi elaborare un pensiero di senso compiuto. Potevo solo vedere lei che sorrideva sadicamente alla mia sofferenza. Quanto tempo trascorse? Forse pochi secondi che per me furono comunque interminabili, poi lei lascio' la sua presa d'acciaio ed io mi piegai massaggiandomi l'arto dolorante, piangendo come un bambino. La signora Nadia mi guardava intanto sempre con ironia. Chissa' cosa pensava? Chissa' come vedeva tutte le altre persone, uomini e donne che non potevano stare al suo livello, compreso me ad esempio? Smise di sorridere e mi fece cenno di raddrizzarmi " Forse ho sbagliato ad accettare uno come te. Sei troppo fragile, quasi patetico. Credo proprio che non tornerai a casa tua illeso, quando io mi saro' stancata di te. Ma per il momento sei qua' e devi soddisfarmi, per quel poco che sei in grado di fare" Avvicino' la sua bocca alla mia e mi bacio' facendomi provare di nuovo, come la settimana scorsa, tutte quelle sensazioni contrastanti: terrore ed ammirazione, sottomissione e voglia di fuggire. Poi mi prese addirittura in braccio, come si puo' prendere un bambino e, muovendosi agilmente malgrado quei tacchi chilometrici, si diresse in una stanza in cui io non ero ancora entrato e che doveva trattarsi quasi sicuramente della sua camera da letto. Mi stringeva, ma stavolta lo faceva senza farmi male " Lo sai che potrei spezzarti queste ossa fragili solo se stringessi un pochino di piu'?" " Si signora, lo immagino" risposi tremando, mentre lei rimaneva ferma ai bordi del letto " Vediamo come ti comporterai durante questi due giorni e se questa settimana ti ha portato consiglio. La volta scorsa hai provato addirittura a ribellarti e se lo dovessi rifare ancora, avro' la scusa buona per avere il piacere di spezzarti le ossa una ad una. Pensi che non ne sia capace?" Termino' questa frase e sentii le sue braccia iniziare a stringermi. Era come se due pareti d'acciaio si stessero chiudendo attorno a me intrappolandomi. Mi resi subito conto che era impossibile per le mie forze sfuggire a quelle braccia dotate di una potenza immane. Vedevo i suoi muscoli, delineati dalla catsuit di latex, diventare sempre piu' tonici mentre il mio respiro si faceva difficoltoso e la paura ormai era l'unica sensazione che possedevo " Lei ne e' capace signora Nadia" singhiozzai "ma la prego, non lo faccia. Faro' tutto quello che lei vorra'. Non mi ribellero' piu'. Ora ho capito" Lei sorrise e allento' la sua pressione sulle mie costole, facendomi di nuovo respirare a pieni polmoni, poi abbasso la testa, mettendo il suo meraviglioso volto truccato alla perfezione a pochi centimetri dal mio " Non sei particolarmente bello e ho avuto uomini molto piu' affascinanti di te, ma io sono molto attratta da quelli che tremano al mio cospetto. Mi piace nutrirmi del terrore di quelli come te e questa puo' essere la tua fortuna" disse depositandomi con delicatezza sul letto. Mi ordino' di mettermi in ginocchio " Ora lecca i miei stivali" Oh mio Dio no! Non era quella una pratica che mi piaceva, anzi, l'avrei potuta definire senz'altro uno dei miei incubi peggiori, ma non battei ciglio. Se questo era cio' che voleva, io l'avrei fatto. Avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto. Ma mentre posai la mia lingua su quegli stivali, lei ritrasse la gamba " Volevo solo vedere se l'avresti fatto senza obiettare. Bene, Francesco. Credo che la tua educazione stia procedendo nella maniera giusta dopo qualche tentennamento iniziale. In realta', non mi interessa che la tua lingua pulisca i miei stivali. Ci sono altre cose che puoi fare con quella parte del corpo" Termino' di parlare e lascio' scivolare la zip della sua catsuit con movenze da infarto e poi, quando ormai le sue parti intime diventarono scoperte e ben visibili in quanto sprovviste di abbigliamento intimo, si mise sopra di me, mettendo il suo meraviglioso triangolino all'altezza della mia testa " Sai cosa devi fare, vero?" Lo sapevo. Iniziai leccando il suo clitoride, prima delicatamente poi sempre piu' velocemente, sentendo il suo corpo muoversi ed agitarsi, poi passai alla sua deliziosa fica, dedicandomi nel modo piu' sottomesso possibile nel cercare di farle arrivare un orgasmo che la soddisfacesse. Non dovetti attendere molto. Sentii ben presto i suoi umori scendere e bagnarmi il viso ma procedetti nella mia opera fino a che la signora Nadia si scanso' da quella posizione. La vedevo estremamente soddisfatta e ringraziai il cielo. Pensai che forse mi avrebbe veramente spezzato le ossa nel caso non ci fossi riuscito. Dopo qualche secondo si alzo' da sopra di me e mi fece cenno di venirle di fronte. Ansimavo e tremavo dalla voglia, aumentata a dismisura dopo quella sessione di sesso orale che le avevo appena donato. Lei mi prese per il mento " Voglio che tu venga senza toccarti. Guardami! Sono bella e sono la donna che hai sempre sognato" Non dovette dirmi altro ed il mio cazzo sussulto' inondando di sperma parte del mio corpo ed il pavimento, proprio come aveva fatto Michele la scorsa settimana. Ero completamente succube della sua bellezza e della sua dominanza. Lei sorrise compiaciuta ed appoggio' la sua mano sul mio collo " Sai che ora dovrai leccare tutto il pavimento e ripulirlo?" " Si signora Nadia" risposi semplicemente. La scorsa settimana me l'ero cavata, ma quella volta fui costretto a compiere quell'azione schifosa, ma la feci senza dire nulla. A cosa sarebbe servito? A farmi riempire di botte? Dopo aver compiuto quell'atto ed aver vinto il ribrezzo che mi provocava sotto i suoi occhi gelidi e senza la minima comprensione, mi prese per un braccio indicandomi la porta di uscita " Vatti a lavare e poi torna immediatamente qui'" Mi allontanai quasi in trance ed entrai in bagno per lavarmi. Era tutto assurdo, quasi irreale, ma non potevo negare a me stesso che si trattava della situazione di gran lunga piu' eccitante nel quale mi fossi trovato. Anzi, avrei potuto definirla senz'altro la situazione piu' eccitante nel quale un uomo con le mie attitudini potesse trovarsi e per un attimo invidiai Michele che aveva il piacere di averla a portata di mano ogni istante. Poi pero' pensai a lui, picchiato senza pieta', svenuto sul freddo pavimento del salone e tutta la mia invidia si sciolse. Ritornai nella stanza e la signora Nadia si era sdraiata sul letto, ancora mezza vestita. Appena mi vide fece scivolare un altro pezzo della zip aprendo ai miei occhi la straordinaria visione dei suoi seni, cosa che fece di nuovo prendere vita al mio cazzo " Vieni qua', accanto a me" mi ordino'. Timoroso, senza sapere come muovermi, feci quanto lei mi aveva ordinato e mi misi in ginocchio sul letto. Lei si mise di fronte a me, mettendosi anch'essa nella stessa posizione e prese il mio collo da dietro avvicinando sensualmente la mia bocca alla sua " Hai paura?" mi chiese con quella sua voce calda e profonda. Mossi la testa avanti e indietro per affermare il mio timore nei suoi confronti e lei riprese in tono ironico "Povero piccolo Francesco, cosi' sconvolto nel trovarsi di fronte una vera donna dominante come me. Dimmi, cosa fantasticavi? Tutta la solita finzione? La donna che gioca con te secondo i tuoi gusti?" " Io non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, signora Nadia. Lei e' ... .." " Cosa sono? Sadica? Violenta? Una ninfomane ossessionata dal sesso e dal potere?" E chi avrebbe mai avuto il coraggio di dirle in faccia cose del genere? Cercai nel mio vocabolario la parola giusta e quindi proseguii " Lei e' unica, signora Nadia" " Oh, su questo ci puoi scommettere e vedo che anche lui se ne e' reso conto" disse ironizzando sul fatto che ero di nuovo al massimo dell'erezione e del desiderio, desiderio che aumento' in modo esponenziale quando lei, sempre con la sua mano sul mio collo, mi bacio' con passione ordinandomi di toccare il suo seno. Era duro, dritto e caldo al contempo, una vera delizia per le mia mani che cercarono i suoi capezzoli facendoli diventare turgidi. Avrei voluto baciarli ma non era il caso di fare qualcosa che lei non mi avesse ordinato. Il desiderio che provavo era ormai spasmodico ma, al di la' del desiderio del sesso vero e proprio, era meraviglioso baciare una creatura del genere. Rimanemmo in quella posizione per diversi minuti, come una normale coppia e lei mi dimostro' un'imprevedibilita' incredibile. La volta scorsa non si soffermava sui preliminari mentre stavolta sembrava goderne ogni istante. Chi era dunque quella donna? Una spietata dominatrice sadica e perversa oppure una donna che aveva doti non comune, desiderosa di uomini sottomessi e amante dolce e tenera? Di sicuro, sapeva esattamente cosa faceva e soprattutto aveva la piena consapevolezza del suo potere su di me. Potere che le derivava dalla sua forza, potendo costringermi a fare tutto cio' che lei desiderava, ma anche da un potere erotico senza paragoni " Ora sdraiati e metti le mani sui miei fianchi" mi disse ponendosi sopra di me. Lei alzo' il bacino quel tanto per permettere al mio cazzo, sempre piu' in tiro, di cercare la sua fica e poi, chiudendo gli occhi e mordicchiandosi in modo sensuale il labbro, scese su si me pian piano, quasi per assaporare completamente la penetrazione. Era meraviglioso. Mi sentivo prigioniero del suo sesso, ma stavolta era una dolce prigione, un luogo sicuro dove rifugiarsi, una sensazione di pace e di erotismo allo stesso tempo. Lei continuava a muoversi con maestria sopra di me, mandando su e giu' il suo bacino lentamente e fermandosi ogni tanto per baciarmi, mentre le sue mani andavano avanti e indietro sul mio petto graffiandolo delicatamente con le sue unghia oppure delineando strane figure con il suo indice sul mio viso, fino a quando sentii improvvisamente aumentare il suo ritmo " Sto per godere" mi disse iniziando a toccare i suoi seni in modo estremamente sensuale "Vieni anche tu, fallo insieme a me. Ora, altrimenti ... ... " Non termino' la sua minaccia. Mi lasciai andare a tutte quelle meravigliose sensazioni mentre lei faceva andare la sua testa ritmicamente avanti e indietro, con il suo respiro che era diventato improvvisamente affannato. Mi aggrappai ancor di piu' ai suoi fianchi alzando anch'io il ritmo, per quel poco che potevo stando sotto di lei " Ora, cosi', cosi'. Non ti fermare. Siiiii" ansimo' come nei piu' squallidi filmetti porno ed io mi liberai esplodendo dentro di lei in modo appassionato. Mi sentii quasi svenire, tanta era stata la tensione durante l'atto e enorme poi il godimento finale. La signora Nadia si accascio' intanto completamente sopra di me, senza parlare per alcuni secondi, dandomi cosi' modo di sentire il suo corpo, ancora in parte ricoperto dalla sua catsuit. Poi sollevo' il suo busto, rimanendo pero' sempre sopra di me, con il mio cazzo che scivolo' miseramente da dentro di lei dopo aver perso la sua turgidita'. Lei si alzo' allora dal letto, sorridendo misteriosamente mentre io rimasi in quella posizione, aspettando un suo ordine " Hai una donna Francesco?" mi chiese quindi inaspettatamente " No signora. Non ho nessuna donna" " Peccato! Sei un discreto amante. Non come Michele. Lui e' il massimo, ma tu potresti diventare come lui. Vieni di fronte a me" Mi alzai e feci come mi aveva chiesto, osservandola con il solito misto di paura ed ammirazione, annichilito dal suo modo di fare, dalla sua straripante bellezza, dalla sua altezza consolidata dai suoi stivali che non si era mai tolta nemmeno durante il sesso e che mi facevano sentire una nullita' al suo confronto e lei prosegui' con un tono di voce piu' dolce, quasi materno "A proposito di Michele, vai a svegliarlo. Sicuramente e' ancora svenuto sul pavimento. E poi attendetemi in salone mentre io vado a cambiarmi" Mi congedai dalla signora Nadia con il cuore gonfio di speranza. Era quello il modo in cui avevo sempre sognato una donna dominante: dura, autoritaria, forte ma anche tenera e generosa e sperai quindi che il peggio fosse passato e che quei due giorni trascorressero in modo indolore ed eccitante, come l'ultima parte che avevo vissuto con lei. Errore! Gravissimo errore di valutazione da parte mia. La signora Nadia, appena si ripresento' dinanzi a noi, era ritornata esattamente quella della scorsa settimana e quel week-end si dipano' esattamente come quello precedente ed anzi, la signora Nadia aumento' considerevolmente la sua dose di dominazione psicologica nei nostri confronti anche se potei constatare come la violenza si fosse stabilizzata. Non che fosse diventata improvvisamente un angelo ma, da donna intelligente, aveva probabilmente capito che i nostri fisici non avrebbero potuto sopportare un'escalation di percosse. Ci fece fare comunque di tutto e noi accettammo di tutto. Il semplice perdere un secondo nell'eseguire un suo ordine significava una buona dose di botte che cercai in tutti i modi di evitare. Avevo imparato a temerla per un semplice sguardo, ma sapevo anche che la ricompensa sarebbe stata eccezionale. Fare sesso con lei era qualcosa di impagabile, qualcosa di non paragonabile a nessun'altro tipo di sensazione, anche se il semplice timore di non soddisfarla mi faceva tremare ogni volta. Sembrava comunque che riuscissi nell'intento in quanto, alla fine di ogni sessione amatoria, lei diventava per qualche secondo piu' pacata, i suoi occhi perdevano quella durezza e sembrava addolcirsi. Era solo questione di attimi pero', perche' subito dopo riprendeva a terrorizzarci ed a picchiarci. Ma forse non era cosi' sadica come pensavo all'inizio. Oh certo, il dolore era notevole, la disparita' di forza era troppo evidente ed io e Michele non avremmo potuto far nulla contro di lei. Eppure, malgrado il labbro ed il naso rotto e parecchie ecchimosi ed ematomi, eravamo ancora abbastanza integri e l'idea che mi ero fatta la settimana scorsa, ovvero che lei ci avesse picchiato in modo scientifico per non causarci guai seri, era piu' viva che mai. La sua forza era enorme e lo dimostrava quando con le sue mani stringeva le nostre o qualche altra parte del nostro corpo facendoci gridare e piangere dal dolore oppure quando ci sollevava di peso senza il minimo sforzo evidente ed una persona del genere, dotata di una simile potenza alla quale andava aggiunta una maestria senza pari nelle arti marziali, avrebbe potuto ucciderci con un solo colpo o comunque causarci danni permanenti e questo, per fortuna, non era accaduto, almeno fino ad allora. Al termine del secondo week-end, la signora Nadia mi diede appuntamento per il prossimo, due giorni ancora di sesso e violenza nei nostri confronti, di dimostrazione di una netta superiorita' fisica e psicologica da parte sua, di percosse dure e tremende, di autorevolezza, di sesso sfrenato e, naturalmente, di terrore da parte mia. Comunque, quando alla fine di quel terzo week-end lei venne di fronte a me, io non sapevo piu' cosa pensare e la mia confusione era diventata ormai totale. Volevo essere libero da quell'incubo, eppure quando lei mi disse che la settimana prossima mi sarei dovuto far trovare alla solita ora davanti alla villa, quasi tirai un sospiro di sollievo. Cosa mi stava succedendo? Il solo pensiero di non rivedere piu' quella donna bellissima e crudele mi faceva star male, ma altrettanto male mi faceva stare il pensiero che avrei dovuto trascorrere almeno altri due giorni di terrore puro, di sottomissione totale ai suoi voleri e di percosse. Vissi, come ormai era mio solito da quando era iniziata quell'avventura, i cinque giorni che mi separavano dal nuovo fatidico incontro quasi in apnea. Tutti i miei pensieri erano ossessionati da quella figura femminile che stava sconvolgendo la mia esistenza. La cosa piu' complicata fu spiegare ai miei colleghi di lavoro il motivo per il quale il lunedi' ero gonfio come una zampogna, pesto e pieno di dolori in tutto il corpo, con una graduale attenuazione delle ecchimosi durante il prosieguo della settimana, salvo poi ripresentarmi il lunedi' seguente nelle stesse condizioni di quello precedente. Ma anche quei cinque giorni terminarono ed il venerdi' sera mi preparai il mio borsone con i cambi, lo spazzolino da denti e tutto l'occorrente per trascorrere altri due giorni da schiavo della signora Nadia. Altri due giorni e probabilmente sarei stato libero. Libero di tornare a sognare una dominazione soft, una donna probabilmente inesistente ma che non mi terrorizzasse ogni istante. Una donna che, in ogni caso, non sarebbe mai potuta essere lei, Nadia, straordinaria dominatrice dotata di forza tale da potermi uccidere a mani nude. Non era questo cio' che sognavo? In quel momento, in quell'alba di sabato mattina, mentre la mia vettura divorava i chilometri per giungere a destinazione, non ero certo piu' di nulla e nella mia mente regnava incontrastato il caos. Fine quinta puntata Per dialogare con me su questa storia, scrivete una mail a davidmuscolo@tiscali.it