Laura Laura mi piaceva molto. Un volto d'angelo, che ricordava le donne del Botticelli, ma un fisico compatto e muscoloso. Lei ne era conscia, e se ne vergagnava: come la maggior parte delle donne, avrebbe preferito essere diafana e magrissima. Non capiva che io la volevo proprio per il suo fisico possente, per le sue gambe da sciatrice, per le braccia toniche. Eppure, intuivo che nascosta dalla sua educazione, vi era un'altra Laura, competitiva e fisicamente aggressiva. E un giorno ne ebbi la conferma. Il discorso cadde su suo fratello, con il quale non aveva un buon rapporto. "Non so se faccio bene, ma promettimi che non rivelerai a nessuno quanto ti sto raccontando. Anzi,non ne parleremo piu' neppure tra noi. Promesso?" "Ok, promesso." " Quando eravamo ragazzini, i genitori ci lasciavano soli a casa, il sabato sera, per andare al cinema. Per me era un incubo. Mio fratello mi odiava, eravamo trope diversi:io brava a scuola, disciplinata, lui ribelle a tutto. Poi forse era geloso di me:sono nata 15 mesi dopo di lui, gli ho portato via le attenZioni dei genitori... Chissa'... "Lui approfittava del fatto che fossimo soli a casa per umiliarmi in tutti i modi. Mi atterrava mi immobilizzava mettendosi a cavalcioni sul mio petto, poi mi faceva odorare degli indumenti che si era appena levato." "Ad esempio?" " Calzini sporchi... Anche slip" disse arrossendo. "Mi teneva sotto anche per un quarto d'ora, e io lo supplicavo... Solo stava attento a non farmi lividi, altrimenti nostro padre lo avrebbe massacrato. Ormai,avevo 13 anni, ed ero piu' o meno come mi vedi ora. Una sera in cui eravamo soli stavo facendo i compiti, ed entro'tronfio nella mia cameretta. Mipreseper le spalle, e mi attacco' al muro. Ero nervosa, non riuscivo a risolvere un problema di matematica, e lo allontanai con una spinta. " che fai, reagisci? Orati mostro chi e' il piu' forte." Iniziammo a lottare. Lui era un po' piu' alto di me, ma come peso eravamo pari. Con mio grande stupore, riuscii ad atterrarlo. Si alzo' come una furia " sono scivolato, puttana, or me la paghi." Lottammo con tutte le forze, e fui capace di atterrarlo nuovamente e di bloccarlo a terra. Mi sedetti sul suo torace, e lui comincio a scalciare e a fare di tutto per liberarsi. Gli avevo bloccato le braccia con le ginocchia. Tentava in ogni modo di divincolarsi,ma ero io la piu ' forte. Mi insultava, mi minacciava, ma io lo guardavo ridendo. Era disperato,mi faceva addirittura pena. Ma meritava di essere punito. Mi sedetti piu'avanti, in modo che il mio pube si schiacciasse sulla sua bocca, impedendogli di respirare. Poi mi alzai, soddisfatta. Non ci dicemmo nulla,lui usci' dalla mia stanza. Non ne parlammo mai, ma so che anche ora ha paura di me."