IL DIAVOLO SI CHIAMA SARA Seconda puntata di Davidmuscolo e Stefano I nomi di tutti i personaggi sono fittizi ed ogni omonimia o somiglianza e' puramente casuale Sara si mise in testa al nostro gruppetto e la seguimmo in fila indiana, io dietro di lei e Mattia per ultimo, quasi a cercare di stare alla larga da me. Entrammo. La sala in questione era molto ampia, con una decina di biliardi quasi tutti occupati. Sara si rivolse a Roberto, uno degli amici di mio nipote " Vai a prendere uno dei due tavoli liberi. Svelto, prima che occupino anche quello" Roberto si diresse verso il grosso bancone dietro il quale si trovava un uomo calvo e piuttosto corpulento. Doveva essere lui il proprietario o comunque il gestore. Guardai Sara un po' meravigliato, ma ormai nemmeno tanto " I tuoi amici fanno sempre quello che tu dici loro senza mai controbattere?" " Ti meraviglia? Si, fanno sempre quello che io dico loro" Era proprio da prendere a schiaffi. Prima lei poi quei quattro coglioni che le facevano da cavalieri serventi. Li osservai. Eppure, erano tutti dei bei ragazzi che potevano avere ragazze anche molto carine senza nessun problema. Possibile che si fossero cosi' rimbecilliti? La schiettezza di Sara era talmente abnorme che cominciavo a pensare cose strane. Mi veniva in mente di tutto, che li avesse sedotti ad esempio e che poi li tenesse sul filo del rasoio facendo di loro una specie di prigionieri del sesso. Certo, rimaneva il mistero delle percosse che era la cosa piu' importante da scoprire, ma anche questo mistero mi stava intrigando. E soprattutto mi stava innervosendo nel vedere Mattia come un ebete accondiscendente. Intanto, Roberto torno' " Abbiamo il biliardo numero nove, Sara" " Bene! Tu hai detto di essere un campione, vero?" Sara si era rivolta verso di me sorridendo sardonicamente. Un campione non lo ero, ma me la cavavo, anche se ormai da qualche anno non prendevo una stecca in mano, ma quel sorriso mi stava mettendo in difficolta' " Mi piacerebbe fare una partita con mio nipote" dissi, evitando di rispondere alla sua domanda " Mattia non gioca. Se vuoi giocare, fallo contro di me. Oppure te la stai facendo sotto" Stavo cominciando ad incazzarmi sul serio " E chi sei tu per sapere se lui vuole giocare o meno?" " Domandaglielo. Anzi, lo faccio io. Mattia, vuoi giocare contro tuo zio?" Vidi per un attimo lo sguardo di mio nipote cercare quello della ragazza, quasi come se stesse cercando delle risposte che da solo non avrebbe saputo darmi e poi si rivolse verso di me " Veramente no, Sara. Io non gioco. Mi dispiace zio" Aveva parlato con un filo di voce. Possibile che tutto quello che dicesse Sara andasse bene? Andai verso di lui e lo presi per un braccio " Vieni Mattia, allontaniamoci un po'. Devo assolutamente parlarti" " No zio. Non devo dirti niente" Sara ci guardo' sorridente " Vai Mattia. Tuo zio vuole parlarti. Magari saranno cose da uomini. Quanto a te, Stefano, io intanto faccio dei tiri di prova in attesa che tu ti degni di giocare contro una ragazza. Se ne hai le palle" Come d'incanto, appena la ragazza aveva terminato di parlare, mio nipote si lascio' trascinare lontano da Sara e dagli altri ragazzi e, appena fummo abbastanza lontani, lo apostrofai " Ma insomma Mattia. Ma che cazzo avete tutti e quattro? Sembrate cagnolini che scodinzolano aspettando una carezza della loro padrona. Degli altri tre m'interessa fino ad un certo punto, ma tu sei mio nipote e non riesco a sopportare che tu faccia tutto quello che lei ti dice. Ma che razza di uomo sei? Possibile che ti sia preso una cotta cosi' grande da non farti vedere in che modo ti comporti? Se tutti e quattro vi siete innamorati di Sara, mettetela alle strette e ditele chi di voi debba essere il prescelto e se non fossi tu, chi se ne frega. E' vero, � carina, molto carina, direi che e' proprio una bella fighetta, ma ce ne sono in abbondanza di tipe del genere. Tu sei un bel ragazzo, non dovresti avere problemi in tal senso. E poi e' troppo sboccata. Insomma, questa e' l'idea che mi sono fatta, se non e' cosi' spiegami cosa sta accadendo perche' mi sta dando fastidio vedere come ti comporti al suo cospetto" Avevo parlato tutto d'un fiato e Mattia mi aveva ascoltato senza interrompermi a testa bassa, poi alzo' la testa e mi fisso' negli occhi " Se ti da fastidio il mio comportamento, non so che farci. Anzi, sai che ti dico? Che e' meglio che te ne vada zio Stefano" Lo presi di nuovo per un braccio " Ma come ti permetti di rivolgerti a me in questo modo. Se sono venuto con voi e' perche' ti voglio bene e voglio scoprire i motivi del tuo comportamento, non perche' voglio trascorrere una serata con dei ragazzi poco piu' che adolescenti. Tua madre mi ha detto tutto, mi ha detto che ci sono dei ragazzi che regolarmente te le danno di santa ragione e io voglio sapere chi sono" Mattia indietreggio' di qualche metro, mentre il suo volto cambiava espressione. Sembrava quasi che stesse per piangere. Quel ragazzo era terrorizzato " Vattene zio Stefano, vattene per favore. Lo dico anche per te. Ti prego" Lo abbracciai teneramente " Chi cazzo ti ha terrorizzato in questa maniera? Mattia, devi confidarti con me" " E' meglio che rientriamo. Finiamo questa maledetta serata e poi non intrometterti piu' nella mia vita privata. Sono abbastanza grande da sapermela cavare da solo" S'incammino' verso i suoi amici ed io lo seguii malinconicamente. Non ero riuscito a sapere nulla se non che mio nipote era letteralmente terrorizzato da qualcuno. Sara intanto era chinata sul biliardo con la stecca in mano. Sembrava saperci fare, almeno considerando la sua postura e la presa sulla stecca. Si volto' verso di me e poi si mise seduta sul bordo del biliardo " Allora? Finito il consiglio di famiglia?" Feci cenno di si e lei prosegui' "E allora facciamoci questa partita" " D'accordo, facciamoci sta benedetta partita" acconsentii " Cosa ci giochiamo?" " Ma cosa vuoi giocarti! Non mi sembra il caso" ribattei. Lei si alzo' e venne vicinissima a me, a pochi centimetri. La sua bocca era pericolosamente vicina alla mia e il suo profumo era intenso e inebriante " Non hai le palle, vero? Hai paura di perdere con una ragazza" Mi allontanai per non stare troppo vicino a lei. Quella ragazza era una diavolessa tentatrice ed io non avevo alcuna intenzione di cadere nella sua rete, ma non potevo neanche farle credere che mi mancasse il coraggio di scommettere qualcosa sulla mia abilita' di giocatore di biliardo " D'accordo. Se questo e' quello che vuoi, giochiamoci qualcosa" " Perfetto! Ho un'idea, allora. Chi vince potra' chiedere qualsiasi cosa a chi perde" " Mi sembra una stronzata" " Tranquillo! Non intendevo soldi o cose del genere. Parlo di azioni, di gesti. Se dovessi vincere te, potrai chiedermi qualunque cosa, anche di portarmi a letto ed io potro' fare altrettanto. Credo che ti obbligherei a portarmi in giro sulla tua Mercedes per tutta la notte. Che ne dici?" Rimasi interdetto. Da una parte mi dicevo che non avrei potuto perdere contro una ragazzina, ma se avessi perso? Cosa poteva chiedermi quella pazza? Non credevo ad un giro in macchina, ma non potevo tirarmi indietro ed accettai. Sicuramente avrei vinto io e non sarebbe sorto alcun problema " Ok. A cosa vuoi giocare?" " All'americana. Ci sai giocare?" " E' il gioco che preferisco" Presi anch'io una stecca, ne coprii la punta col gesso e poi misi il triangolo a circondare le palle. Quindi, le feci cenno con la mano che le avrei concesso la sbocciata. Sara sboccio', senza mandare alcuna palla in buca e quindi tocco' a me. Chiamai la palla numero sette in buca d'angolo e ce la mandai. Sara sorrise " Bene! Le tue sono dal due all'otto e le mie dal nove al quindici" Poi si rivolse ad Andrea "Vai a prendere due birre e falle mettere sul conto. Paghera' chi perde" Ancora una volta, il ragazzo si alzo' e fece quanto Sara gli aveva ordinato, senza obiettare alcunche'. Quella ragazza sembrava avere un potere enorme nei confronti di tutti e quattro i ragazzi e questo mi faceva innervosire. Io ero sempre stato abituato a trattare le donne dall'alto in basso, le avevo fatte innamorare e le avevo lasciate quando mi avevano stancato. Non ero un maschilista vero e proprio, ma volevo essere io ad avere in mano la situazione e soprattutto il predominio con l'altro sesso. Ma intanto, la partita, dopo il mio brillante avvio, si stava per mettere male. Sara era molto brava ed ogni palla che mandava in buca l'accompagnava con un sorriso di scherno nei miei confronti. Una dietro l'altra, le sua palle finivano regolarmente nelle buche da lei indicate e si ritrovo' con l'ultima palla mentre a me ne mancavano ancora tre. Non potei fare a meno di ammettere che lei fosse di un altro pianeta, rispetto a me. Forse la mia mancanza di allenamento avevano acuito questa differenza tra di noi, ma sicuramente era piu' brava di me, riuscendo a fare colpi che non appartenevano al mio bagaglio di giocatore di biliardo. Sara osservo' la posizione della sua ultima palla, bevve un altro sorso di birra e poi si rivolse ai suoi amici " Osservate come zio Stefano perde la partita. La uno di calcio al centro" La osservavo, ammaliato e nello stesso tempo infastidito da quella sua sicurezza. La palla gialla, quella contrassegnata dal numero uno, colpita dal pallino bianco con maestria da Sara, lentamente si accomodo' nella buca centrale. Aveva vinto la partita " Ok, devo dire che sei veramente brava" ammisi " Sono pronto a pagare la scommessa. Dove vuoi andare?" Lei mi guardo' col suo stramaledetto sorriso " Intanto, comincia col pagare il tavolo e le birre. E' quello il primo passo che spetta al perdente. Noi ti aspettiamo fuori" Pagai il conto. Avrei voluto pagare cento volte quella misera cifra ma non aver perso con Sara. Ed invece si era dimostrata superiore a me. Nettamente. E non ci stavo proprio a perdere con una ragazzina di quasi la meta' dei miei anni. Tutto quanto mi aveva innervosito non poco, senza considerare il mistero che incombeva su mio nipote. Uscii dalla sala da biliardo con la speranza che Sara volesse veramente essere scarrozzata da una parte all'altra della citta' e non avesse altre brutte idee in testa. Ma purtroppo, il mio sesto senso non mi ingannava. Sia lei che i quattro ragazzi si erano allontanati di diversi metri e si erano piazzati nel parcheggio antistante la sala, dove avevamo lasciato le nostre auto. Si era fatta ormai mezzanotte e mezza e non c'era nessuno in giro, a parte noi. Sara mi fece cenno con il braccio di raggiungerla. Da lontano, potei notare come il suo corpo fosse decisamente armonioso e strutturato molto bene. Se non fosse stato per quelle spalle troppo larghe da nuotatrice, lo avrei potuto definire perfetto, almeno all'apparenza. Non mi piacevano infatti le donne troppo sportive e preferivo quelle con le curve piu' armoniose oppure quelle longilinee sul tipo delle modelle, ma a parte i miei gusti personali era veramente una gran bella ragazza. Stronza, ma decisamente attraente. Mi avviai in quella direzione e Sara mi accolse col suo solito sorriso ironico. Mi venne di nuovo vicinissima. Potevo sentire il suo respiro in quel modo. Mi prese la giacca con la sua mano destra " Sei pronto a pagare il tuo debito?" " Ok. Dimmi dove vuoi andare e ti ci portero'" " Voglio andare a casa tua" Mi allontanai da lei " No Sara, avevi detto che se avessi vinto avresti voluto soltanto fare una passeggiata" Lei si riavvicino' prendendomi le mani tra le sue. Ormai avevamo le nostre bocche ad un centimetro " Ho cambiato idea" disse semplicemente e poi sentii le sue labbra. Erano calde, dolcissime e mi piacevano. Molto piu' di tutte le altre donne che avevo avuto. Erano vive e piene di desiderio. La sua lingua esplorava sapientemente la mia bocca e per qualche secondo mi abbandonai a quel bacio ma poi mi resi conto che non potevo. Lei era troppo piccola per me e c'era mio nipote a guardarmi. Non potevo proprio. Le diedi una leggera spinta e l'allontanai " E' sbagliato, Sara. Me ne vado a casa" " Non fare lo stronzo. Lo so che ti piaccio. Pensi che non mi sia resa conto che avevi gia' il cazzo dritto. Oooops ho detto di nuovo cazzo" " Ma che razza di ragazza sei? Hai un linguaggio da scaricatore di porto e stai cercando di circuirmi davanti a tutti i tuoi amici. Sfogati con loro se proprio non riesci a tenerti le mutandine indosso" sbottai " E chi ti dice che abbia le mutandine? Senti Stefano piantiamola. Hai fatto la figura dell'uomo per bene che non se la sente di andare con la Lolita di turno, ma adesso e' giunto il momento che tu ti arrendi all'evidenza. Io voglio scopare con te e tu non vedi l'ora di farlo con me, percio' basta! Prendi le chiavi della macchina e andiamo a casa tua" La guardai con rabbia " Adesso basta lo dico io. Tu non mi dai ordini, e' chiaro? Non sono uno dei tuoi amici che tratti come fantocci. Vattene con loro e non mi rompere piu'" Cercai le chiavi della mia macchina nella tasca dei pantaloni e tolsi l'antifurto per potermene andare al piu' presto quando sentii la voce di Sara " Tu non vai da nessuna parte, brutto figlio di puttana. Tu mi hai rifiutata? Tu non hai nemmeno la piu' pallida idea di cosa hai fatto. Nessuno puo' rifiutarmi. Io ti faro' pagare caro quest'affronto. Ti giuro che ti faro' piangere sangue. Non volevo farlo con te. Non volevo essere con te come sono stata con loro, ma adesso tu la pagherai" Mi voltai. Aveva alzato il tono della voce ed il suo sorriso era scomparso. Ora aveva un ghigno che mi fece quasi rabbrividire e i suoi occhi sembravano spiritati. Osservai anche i quattro ragazzi che fino a quel momento erano stati in silenzio. Sembravano preoccupati, molto preoccupati. No anzi, erano impauriti. Che diavolo stava succedendo? Stavo pensando se rispondere ed eventualmente cosa dire a Sara, quando lei mi precedette. Si rivolse prima a me " Scommetto che era tutta una finzione la tua. Volevi stare con noi per scoprire cosa succede a tuo nipote, vero? Ora lo scoprirai perche' prima di riprendermela con te lo faro' con lui. Osserva cosa succede al tuo adorato Mattia" Volto' la testa e guardo' in direzione dei ragazzi " Mattia, vieni immediatamente qui'" Mio nipote la guardo' terrorizzato " Ti prego Sara, non ho fatto niente" Sembrava implorarla ed io non capivo cosa stava accadendo. Perche' Mattia non si faceva risentire e non la mandava a quel paese? " Ti ho detto di venire qui'" ripete' la ragazza con tono deciso. Stavolta era un ordine vero e proprio e non una richiesta fatta con tono deciso come aveva fatto fino ad allora. Mattia, a malincuore, le obbedi', facendo un passo alla volta, molto lentamente. Sembrava che stesse andando al patibolo ed io lo osservavo piu' incazzato che mai, ma quasi ipnotizzato dall'evolversi di quella strana situazione. Sara si era messa con le mani sui fianchi, attendendo che mio nipote arrivasse davanti a lei ed appena gli fu di fronte gli afferro' il polso con la sua mano sinistra e con la destra lo colpi' con un manrovescio terribile " Lo sai che non mi piace ripetere lo stesso ordine per due volte" Disse a mio nipote tranquillamente, mentre la testa di Mattia si era girata come quella di un pupazzo dopo quello sganassone e mentre una grossa ferita si era aperta sul suo labbro superiore. Tra la mia meraviglia, il ragazzo si mise a piangere come un bambino " Per favore Sara, ti prego, non picchiarmi" Pazzesco! Non potevo credere ai miei occhi. Non poteva essere vero quello che stavo ascoltando. Mi avvicinai a loro. Avevo intenzione di gettarmi addosso a quella pazza e di prenderla a sberle e solo il timore di una denuncia per violenza nei confronti di una giovane donna mi trattenne. Guardai mio nipote con disappunto " Che cazzo fai Mattia? Ribellati! Come puoi accettare una cosa simile? Prendila tu a sberle questa puttanella" Sara si volse verso di me " Pagherai anche per avermi chiamata puttanella, stronzo" Poi guardo' di nuovo Mattia, sorrise e lo schiaffeggio' nuovamente con violenza quindi, con il braccio che teneva il polso del ragazzo, effettuo' una lieve torsione. Stavolta Mattia urlo' dal dolore e Sara lo costrinse in poco tempo ad inginocchiarsi di fronte a lei " Hai capito adesso perche' questo cazzone di tuo nipote e gli altri tre cazzoni tornano a casa pesti? Perche' prendono un sacco di botte da me" Era troppo! Non capivo perche' Mattia e gli altri ragazzi non si ribellavano, non capivo perche' accettavano persino le percosse da parte di una ragazza. Cosa c'era sotto? Decisi di intervenire io stesso. Al diavolo un'eventuale denuncia. Mi avvicinai a Sara e le presi il braccio col quale stava costringendo Mattia in ginocchio nel tentativo di toglierlo e di liberare mio nipote. Credevo che la cosa fosse di una facilita' estrema e non forzai la presa, ma mi accorsi che non riuscivo a farle aprire quella presa. Non era possibile. Ero forte e robusto, allenato e soprattutto maschio, non potevo trovare tutte quelle difficolta'. Nel frattempo, Sara si era voltata verso di me sorridendo " Ti meraviglia, stronzone? Te l'avevo detto che non hai nemmeno la piu' pallida idea di cosa hai fatto" Mi meravigliava? Ero praticamente sconvolto. Le afferrai la mano con tutte e due le mie, ma la situazione non cambiava. Non riuscivo a fare nulla se non a farla ridere di piu'. Indietreggiai di qualche metro guardandomi le mani con nervosismo, mentre Mattia ormai era in preda ad una crisi di pianto vera e propria. Pregava Sara di smetterla, che lui non aveva fatto nulla e che l'idea di aggregarsi a loro era stata mia e che non aveva mai detto niente a nessuno. Malgrado tutto quello che stavo osservando e che stavo vivendo sulla mia pelle, ancora non riuscivo a comprendere bene. Perche' non ero riuscito a farla smettere? Forse le avevo preso la mano nel modo sbagliato, ma perche' Sara era cosi' sicura di se stessa? Mi guardai intorno cercando una risposta che non potevo trovare, anche se ormai era tutto evidente. Lei intanto mollo' la presa su Mattia " Alzati, cazzone" gli ordino' e mio nipote, ancora piangente, le obbedi' ma appena lo fece, Sara si giro' su se stessa e, con uno stile inappuntabile, forse di karate o forse di qualche altra arte marziale, lo colpi' in pieno petto con un calcio mandandolo diversi metri lontano a sbattere contro una delle macchine parcheggiate. Corsi verso di lui. Era sofferente ma sveglio e gli poggiai il mio braccio sotto la sua testa per sollevarla " Oddio santo, Mattia, come stai? Rispondimi, ti prego" Lui mi guardo' con quello sguardo dolce che conoscevo perfettamente " Vattene, zio Stefano. Vattene! Forse sei ancora in tempo. Chiedi perdono a Sara e forse lei ti lascera' andare e la tua vita non diventera' un inferno come la nostra" Una rabbia enorme s'impadroni' di me. Posai con delicatezza la testa di Mattia sull'asfalto e mi diressi verso Sara. Non m'importava piu' che lei fosse una ragazza. Faceva karate? Bene, io facevo pugilato ed ero un uomo. Mi avvicinavo a lei pensando solo che volevo farle del male, volevo farla piangere come aveva fatto lei con mio nipote ma, quando mi trovai a poco meno di un metro da lei, tutta la mia baldanza si sgretolo'. Lei mi attendeva con le mani sui fianchi e col suo sorriso ironico " Ancora non hai capito un cazzo, vero zio Stefano? Beh, e' giunto il momento che tu mi conosca" Tolse le sue mani dai fianchi e avanzo' verso si me. Non sapevo come affrontarla. Se fosse stato un uomo l'avrei preso a pugni ma, lei era una ragazza, una bellissima ragazza. L'avrei affrontata solamente con la mia forza fisica stando attento a non incappare in qualche colpo del suo karate. Sara mi lascio' fare e ci prendemmo le mani incrociando le nostre dita, come nel piu' classico dei combattimenti di lotta libera. Pensai che, a quel punto, tutto sarebbe stato semplice, dimenticandomi di come non fossi riuscito a farle perdere la presa su Mattia pochi secondi prima. Intendevo stringerle le dita piegando i miei polsi e farle provare dolore, costringendola ad inginocchiarsi ed iniziai a stringere, ma Sara non recedeva di un millimetro e, soprattutto, quel suo maledetto sorriso non accennava a diminuire. Cominciai a spingere, mettendoci tutta la mia forza, ma le sue braccia rimanevano nella stessa posizione " Cominci a capire, zio Stefano? Cominci a capire che io sono molto piu' forte di te? Il tuo cervellino ha compreso quali sono le mie potenzialita'? No? Bene! Ora te ne faro' vedere una minima parte" Il suo sorriso scomparve ed inizio' a far leva. Cominciavo a capire. La sua forza era incredibile. Cercai di indietreggiare per offrirle piu' resistenza, ma le sue dita si erano strette a tenaglia sulle mie ed iniziavo a sentire un dolore incredibile. Mi dicevo che non era possibile, che non poteva essere reale quello che stavo vivendo, ma il dolore che Sara mi faceva provare era vero, intenso e non mi raccapezzavo. Scivolavo pian piano a terra, costretto dalla sua morsa e non potevo fare nulla. Mi ritrovai in ginocchio al suo cospetto e Sara mi lascio la mano sinistra, quella che lei teneva con la sua destra, mentre con l'altra continuava a fare pressione costringendomi in quella posizione. Aumento' la sua pressione e dovetti arcuare la mia schiena non riuscendo in alcun modo a contrastarla. Dopo qualche secondo che mi parve eterno, la sua presa sembro' allentarsi ed io cercai di approfittarne per rialzarmi ma, appena provai a farlo, la sua mano ricomincio' a stringere come prima " In ginocchio, cazzone e bacia i miei piedi" " Vaffanculo" le dissi facendo leva sul mio orgoglio e per tutta risposta mi arrivo' uno schiaffo tremendo dato con la sua mano libera che non mi fece fare un capitombolo soltanto perche' lei continuava a tenermi fermo con l'altra sua mano, mano che improvvisamente si strinse ancora piu' a tenaglia sulla mia facendomi urlare dal dolore. Ormai, la mia mente era completamente offuscata, l'impossibilita' di fare qualsiasi movimento era psicologicamente insopportabile, cosi' come era insopportabile l'idea che una ragazza che pesava almeno venticinque chili meno di me potesse essere in grado di fare tutto questo. Eppure, ci riusciva con una facilita' disarmante, a dispetto di ogni logica " Ora aumento pian piano la mia pressione fino a spezzarti il braccio, a meno che tu mi dirai che sei pronto a baciare i miei piedi. Ti conviene sbrigarti ad accettare" La sua voce era calma, sempre intrisa di quell'ironia che aveva abbandonato solo nel momento in cui l'avevo rifiutata. Oh Dio, fossi potuto tornare indietro nel tempo! Avrei fatto l'amore con lei tutta la notte, avrei dato un calcio a tutte le remore che avevo avuto ed invece ero li', in ginocchio ai suoi piedi, ancora incapace di credere a quello che stavo vivendo. Come aveva detto, inizio' a stringere ancora di piu'. Lottavo con tutte le mie forze, ma ero incapace di alimentare una qualsiasi opposizione malgrado mi aiutassi anche con la mia mano libera ed il dolore era sempre piu' consistente. Il braccio cominciava a girarsi e mi resi conto che non potevo fare nulla. Urlai " Lo faro', Sara, lo faro'. Ti bacero' i piedi, ma basta, ti prego" " Lo vedi cazzone? Era soltanto una questione di tempo. Comunque, per te io sono . Non trovi giusto che tu mi porti il rispetto che merito?" Ero stordito, ma per interrompere quel dolore avrei fatto qualsiasi cosa " Bacero' i suoi piedi, signorina Sara, ma per favore, basta" Il mio orgoglio era ormai del tutto scomparso. Per la prima volta nella mia vita, mi arrendevo completamente. Non l'avevo fatto mai, sia nella vita di tutti i giorni, lottando con accanimento per arrivare ad avere un buon lavoro ed un ottimo stipendio, sia con le donne, riuscendo sempre a conquistare quella che io volevo avere, sia nello sport. Avevo perso a volte, ma sempre con l'onore delle armi e sempre con la voglia di rivincita, ma quella ragazza mi aveva annullato completamente in pochi secondi. La sua superiorita' era stata talmente schiacciante che non avrei potuto fare a meno di ammetterlo con me stesso. Sarei voluto essere il piu' lontano possibile da quel sorriso sardonico e da quelle mani d'acciaio. Come poteva una ventenne avere una potenza del genere? Una ragazza filiforme, non magra ma tutt'altro che grossa? Era una cosa inspiegabile. Le sue spalle leggermente piu' larghe del normale non bastavano a fornire una spiegazione plausibile. Ma non era certo quello il momento di cercare di capire. Aspettavo che Sara accettasse le mie scuse e la mia sottomissione. Solo questo contava. La osservavo dal basso in alto, con lo sguardo implorante e finalmente lei fermo' la sua pressione, pur rimanendo sempre con la sua mano stretta intorno alla mia. Una mano piccola, molto femminile ma che sembrava non avere limiti di potenza. Da quel momento, il dolore inizio' ad essere piu' sopportabile e Sara mi afferro' per i capelli costringendomi a guardarla di nuovo " Ma che bravo, zio Stefano. Lo vedi che con le buone maniere si ottiene tutto? Ed ora slaccia la mia scarpina destra e bacia il piede" Con l'unica mano a mia disposizione, riuscii a slacciarle il sandalo ed iniziai a baciarle il piede. Che umiliazione! Mi sembrava assurdo che proprio io stessi facendo una cosa del genere, ma purtroppo non era finita. Dopo averle baciato ogni piu' piccola parte del suo piede, passai all'altro sandalo, credendo di aver terminato, ma lei mise il suo piede nudo completamente sulla mia faccia " Oh no mio caro. Ancora non sono soddisfatta. Succhia per bene tutte le dita, altrimenti....." Accompagno' l'ultima parola aumentando la sua pressione sulla mia mano e sentii il braccio che si torceva in modo innaturale. Urlai di nuovo dal dolore " Lo faccio signorina Sara, lo faccio. Per favore....." Afferrai di nuovo il suo piede e succhiai le sue dita come lei mi aveva ordinato e il braccio torno' ad avere una posizione quasi naturale. Ripetei l'operazione con l'altro piede e poi rimasi in trepidante attesa. Ed ora? Mi avrebbe lasciato andare? Sembrava proprio di si perche' finalmente lei mi lascio' e mi ordino' di alzarmi, cosa che feci con grande fatica, massaggiandomi il braccio indolenzito e le dita della mano completamente intorpidite. Non sapevo cosa fare mentre lei si avvicino', come sembrava fosse una sua abitudine, a pochissimi centimetri da me " Sei sconvolto, povero Stefano? Pensa a quanto sei stronzo. In questo momento potevamo stare a rotolarci sul tuo letto a farci una magnifica scopata ed invece mi hai costretta a scoprire il mio piccolo segreto. Che te ne pare? Sei sconvolto, vero? Oh certo, scommetto che ti domandi come sia possibile che una ragazza di diciannove anni come me possa avere una forza fisica nettamente superiore a quella di uno stallone come te. Eppure e' cosi', mio caro. E non solo. Sono abilissima nelle arti marziali, come hai potuto notare dal modo in cui ho colpito il tuo nipotino. Povero Mattia. Pero' non preoccuparti per lui, l'ho appena toccato e posso garantirti che non subira' conseguenze. Fino a che loro faranno tutto quanto io ordino, non li ammazzero' di botte. Pero' e' un vero peccato che tu mi abbia rifiutata. Non puoi capire quanto tu mi attizzi e non e' detto che prima o poi io ti scopi, ma prima io faro' diventare la tua vita un inferno" Mi prese dietro al collo e mi spinse contro le sue labbra. Dio che idiota ero stato. Ancora una volta il bacio mi era piaciuto immensamente ed aveva pienamente ragione. Se non mi fossi fatto tutti quegli scrupoli, adesso staremmo a fare sesso e avrei trascorso tutto un'altro tipo di serata " Hai ragione Sara, ricominciamo daccapo. Hai ragione tu, ti desidero e sono stato uno stronzo. Ma era solo una questione di differenza di eta' e temevo di fare uno sgarbo a questi ragazzi, ma in realta' tu mi piaci immensamente" Le avevo detto la verita', ma avevo anche la speranza di terminare quest'incubo ma sentii la sua mano stringersi sul retro del mio collo e di nuovo un dolore tremendo avviluppare l'intero mio corpo " Troppo tardi, cazzone. Ora ti riempio di botte. Per prima cosa ti avevo detto di rivolgerti a me chiamandomi . Non l'hai fatto e questa e' gia' una bella scusa per dartele di santa ragione. Ma forse ti avrei picchiato lo stesso. Lo sai? Mi piace tanto picchiare i maschi, vedere la meraviglia sul loro volto e distruggere completamente il loro orgoglio. Mi eccita. Ci trovo lo stesso piacere di una bella scopata. Oh scusa se continuo ad essere sboccata, ma proprio non ci riesco ad essere la signorina per bene che tanto piacerebbe a te e ai miei genitori" Mi lascio' il collo, ma proprio mentre si stava mettendo in posa, uno dei ragazzi, piu' precisamente Roberto, la fermo' " Signorina Sara, sta uscendo gente dalla sala biliardo" Lei si fermo' e gli accarezzo' il viso " Bravo Roberto. Tu rimani qui' con Mattia e guarda se ha bisogno di aiuto. Vi verremo a riprendere dopo. Tu Andrea, prendi la macchina e portiamo il nostro amico al cimitero della macchine. Li' non mi rompera' il cazzo nessuno. Valerio, vieni con me" Sara mi spinse con violenza dentro la macchina e monto' accanto a me. Mi mise il braccio intorno al collo " Se provi a fare lo stronzo ed a cercare di scappare, sei finito. Non vorrai togliermi il divertimento, vero?" Parlava col tono intriso di ironia e col sorriso sulle labbra, ma ero certo che dicesse sul serio " Non provero' a scappare" dissi semplicemente, mentre la mia mente cercava di elaborare qualche possibile spiegazione a quello che mi era accaduto ed a quello che stavo andando incontro. Mi aveva promesso un sacco di botte ed ero ormai certo che l'avrebbe fatto o che comunque, ci avrebbe provato. Mi dicevo che adesso che conoscevo il suo valore, avrei potuto affrontarla meglio e che avrei venduto cara la pelle. Il mio orgoglio stava riaffiorando del tutto, anche se rimaneva il mistero di come potesse aver sviluppato una forza del genere " Bravo, zio Stefano, anche perche' altrimenti dovrei riprendermela con Mattia" " No, per favore" la implorai "Lui non c'entra niente. E' un bravo ragazzo" " Ma che zio amorevole! Ma lui e' mio, cosi' come lo sono questi due e quello che fa compagnia a tuo nipote. Tutti e quattro sono miei. Ci vado a letto quando voglio, li picchio quando ne ho voglia e soprattutto, pretendo che loro facciano tutto quello che io ordino. E obbediscono, sai. Sono proprio quattro bravi ragazzi, servizievoli e accondiscendenti" " Ci va anche a letto? Con tutti e quattro intendo?" Scoppio' a ridere " E ti meraviglia? Hanno vent'anni e dovranno pur scopare ogni tanto. E siccome a me piace tanto fare sesso, li accontento. Ovviamente, loro possono farlo solo con me e io invece posso andare con chi mi pare. E' la legge del piu' forte, anzi, della piu' forte ed io lo sono piu' di loro quattro messi insieme. A proposito, Mattia e' in gamba sotto questo punto di vista. Puoi stare tranquillo" No, non mi meravigliava piu' niente ormai. Sara li aveva schiavizzati, fisicamente, psicologicamente e forse sessualmente. Nessuno di loro avrebbe avuto il coraggio di denunciarla. Come avrebbero potuto? Col rischio di farsi deridere da tutti. Senza contare che Sara poteva sempre negare ogni addebito e sostenere che era tutto falso. Era una ragazza e avrebbero creduto a lei. Per non parlare della paura che ormai nutrivano nei suoi confronti e del terrore di una sua eventuale vendetta. Paura del tutto giustificata, paura che anch'io ormai nutrivo nei suoi confronti. Ma intanto, sembravamo arrivati alla resa dei conti. La macchina si era fermata in uno spiazzo desolato a fianco ad un cimitero delle macchine. Un cancello dipinto di verde legato con un lucchetto ed una catena di ferro ci divideva dall'interno di quel campo dove erano ammassati relitti di vetture. Sara, con uno spintone, mi fece uscire dalla macchina di Andrea. Il posto era veramente isolato e sentivo il cuore iniziare a battermi forte. Cosa voleva fare con me? Non credevo che volesse uccidermi, ma era comunque il posto ideale per fare di tutto, compreso riempirmi di botte come aveva promesso. Forse ancora non mi rendevo conto completamente in che razza di situazione mi ero messo nel rifiutarla, ma l'avrei scoperto entro pochi minuti. Fine seconda puntata Per i vostri commenti, inviate una mail al seguente indirizzo davidmuscolo@tiscali.it